Testo Di Sasha Bogojev

Dopo anni di viaggi nell’Europa dell’Est e molte visite ai paesi che un tempo costituivano la Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, Sebas Velasco Navarro ha finalmente raccolto sufficienti informazioni, immagini ed esperienze per completare il suo progetto più complesso e compatto fino ad oggi. “Nobody’s Home” è il risultato di una ricerca appassionata che ha condotto spontaneamente durante i suoi viaggi in una regione dagli enormi cambiamenti bruschi ma anche lenti avvenuti negli ultimi anni, e che in qualche modo oggi si perde tra un passato complicato, un futuro incerto e uno indeciso.

velasco nobody's home

In quanto artista visivo, Velasco si è inizialmente ispirato all’architettura post-socialista e alla visione complessiva “congelata nel tempo” delle aree urbane della regione. Tale influsso è presente nei grandi murales che ha dipinto in tutta Europa, e che di solito raffigurano un unico soggetto accanto a un esempio di architettura locale. Come simbolo della relazione tra le persone e il loro ambiente urbano, sociale e fisico, queste immagini sono state il punto di partenza per la ricerca che ha sviluppato nei suoi lavori. I blocchi grigi degli edifici governativi costruiti per la classe operaia sono un esempio di architettura brutale ma anche il frutto delle politiche socialiste di tutela del popolo nel vecchio paese. Pur essendo sterili e ripetitivi all’esterno, l’artista ha visto questi alveari umani come spazi poetici in cui sono sorte innumerevoli storie individuali. Collocate nel contesto di storia e situazioni socio-politiche complesse, queste scatole di cemento si sono trasformate in una fonte inesauribile di ispirazione per Velasco.

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L’artista, sfidato dal non avere personalmente vissuto parte di quella storia, ma incuriosito dai racconti raccolti durante i suoi viaggi in Croazia, Bosnia, Serbia, ecc., ha percepito i forti contrasti nei suoi incontri con gli abitanti della zona che gli hanno raccontato le loro storie personali. Passando da un grande senso di romanticismo riguardo al passato agli innegabili traumi vissuti durante il regime precedente, l’aspetto emotivo ha preso il sopravvento sull’estetica generale. Ciò ha inevitabilmente portato a sviluppare un grande interesse nella ricerca di immagini storiche che completano quelle testimonianze, e a questo punto Velasco si è imbattuto in una meravigliosa miscela di cimeli che ritraggono vari aspetti della vita individuale e comunitaria. In un miscuglio di culture e religioni diverse in una nazione solo apparentemente coerente, quelle immagini includono figure politiche, rockstar, sport e momenti di vita quotidiana della gente comune.

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“Nobody’s Home” evita consapevolmente di concentrarsi sulla guerra come momento ovvio e topico di svolta per la regione e si concentra nel ritrarre le vite e le esperienze dei singoli individui. Dalla pittura della cerimonia di accettazione del “pionir”, al suo immortalare lo stato attuale delle aree urbane e rurali, Velasco ha creato uno slideshow poetico che attraversa i confini dell’ex SFRY e indica oscuri collegamenti con la sua Spagna natia. Resi con un ricco linguaggio visivo pittorico, dove pennellate e scelte cromatiche costruiscono l’atmosfera, i nuovi dipinti rappresentano una presentazione visiva senza precedenti della memoria collettiva della “terra dei contadini sulle colline dei Balcani”.

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