Reality Check . Broken FIngaz solo-show – dal 2 dicembre 2016 al 5 gennaio 2017

Curator: Chiara Pietropaoli
Artists: Broken Fingaz (Unga, Tant, Deso)

Reality Check by Broken FIngaz solo show. Art exhibition at Galleria Varsi in Rome

C: Broken Fingaz ha l’aria di essere una famiglia. Ci raccontate perché avete scelto di riunirvi in una crew e qual’è il filo che vi lega e che vi tiene insieme da 15 anni?

Tant: Io e Unga siamo cresciuti insieme in una piccola comunità sulle pendici del Monte Carmel. I nostri genitori lavoravano insieme come architetti e artisti. Molti personaggi interessanti sono passati, negli anni, nel nostro piccolo villaggio e hanno influenzato il nostro modo di pensare e di lavorare. Cedo che una delle ragioni per cui ci troviamo così bene in gruppo sia perché non abbiamo regole, ci troviamo a lavorare insieme quando sentiamo che è il momento, oppure portiamo avanti le nostre ricerche individualmente. Ci ispiriamo a vicenda, impariamo l’un dall’altro e ci critichiamo anche a volte…

C: Haifa, oltre ad essere la città natale di due di voi e l’attuale base di BFC, ha giocato un ruolo fondamentale nella costruzione del vostro percorso artistico. Nel 2001 avete iniziato a bombardarne letteralmente i muri e non avete più smesso. In un’intervista l’avete definita “the worst city in Israel for painting on the street” in quanto le opere realizzate senza permesso ad Haifa vengono coperte nel giro di pochi giorni dalle autorità.
Poi succede che nel 2010 le stesse istituzioni che vi “cancellano” vi chiamano a lavorare nell’Haifa Museum of Art. Che cosa rappresenta per voi Haifa? In che modo influenza la vostra ricerca e che impatto il vostro lavoro pensate possa avere sulla città?

T: Crescere in una città come Haifa, dove non succede mai nulla, ci ha regalato una grande volontà di creare, così abbiamo iniziato ad organizzare da soli le nostre feste, e a creare la nostra scena artistica. Non avevamo nessuno al di sopra che ci guardasse le spalle, così abbiamo stabilito le nostre regole. Haifa è una combinazione perfetta di città e natura, montagne e costa…siamo sempre stati circondati da persone talentuose che si supportano a vicenda e con una forte volontà di migliorare le cose.

C: Lavorate e vivete in un paese che oggi più che mai è al centro di un dibattito politico-culturale accesso. Guardando la vostra produzione artistica però non sembrano esserci tracce o riferimenti ad esso. E’ davvero possibile tenere al di fuori posizioni a riguardo o decidere di farlo, di “astenersi artisticamente”, è in se per se una scelta politica?

Unga: Non siamo neutrali, abbiamo un’opinione riguardo allo schifo che sta succedendo intorno a noi e non lo nascondiamo. Un giorno commenteremo tutto ciò sulla superficie di un muro, ma allo stesso tempo non sentiamo il bisogno di spingere a forza queste opinioni nella nostra arte. A volte abbiamo a sensazione che in un luogo così cinico e carico di propaganda la mossa più potente sia quella di realizzare qualcosa che sia armonioso e fedele a se stesso.

C: Le vostre opere mi ricordano delle orge e non vi parlo solo di quelle in cui i riferimenti sessuali sono espliciti. E’ come se vita e morte (e miracoli!?), bestie e uomini, simboli sacri e profani, si mischiassero con piacere a ritmo sfrenato, confondendo la propria natura e ruoli. Lo “shock” che spesso si prova osservando i vostri lavori non credo nasca esclusivamente dai contenuti forti, ma anche dalla relazione insolita tra figure ed elementi normalmente estranei al contatto/incontro. Le vostre opere non sembrano voler veicolare messaggi precisi ma sensazioni decise.
Chi sono, da dove vengono e che cosa ci fanno qui i protagonisti delle dense composizioni?

Reality Check Broken FIngaz solo show. Art exhibition at Galleria Varsi in Rome

T: A volte mi capita solo di chiudere gli occhi e aspettare che un immagine appaia nella mia testa, poi cerco di capire con quali colori riempire quell’immagine. Quando iniziamo a lavorare a qualcosa non pensiamo a cosa vogliamo comunicare a chi osserverà l’opera, o a cosa vogliamo che comunichi a noi. Facciamo soltanto ciò che sentiamo in quel momento. Ho una grande esigenza di analizzare, analizzare me stesso, il mio corpo, la mia mente, la mia anima e la relazione che esiste tra di esse. A volte i personaggi dei nostri dipinti rappresentano differenti versioni del nostro io interiore.

C: Di primo impatto appare chiara e lampante l’influenza esercitata dalla cultura visiva degli anni ’80 sull’estetica del collettivo. Guardando meglio però le vostre opere sono costellate di citazioni dei grandi maestri della storia dell’arte, a partire da Matisse, i cui capolavori: “La Danse”, sono stati da voi reinterpretati più volte.
Chi sono gli artisti del passato con cui sentite di avere delle connessioni?

U: Come chiunque altro amiamo Matisse, e molti altri della sua epoca…Bonnard, Felix, Vallotton.

T: Egon Schiele, Toulouse-Lautrec, Paul Gauguin, Van Gogh.

C: ”Reality Check” nasce dalla volontà di riprendere contatto con il mondo reale. Quando ci avete proposto il progetto abbiamo pensato: “Stanno scherzando?!”. Che cosa vi ha spinti ad abbandonare la dimensione psichedelica? Ci raccontate come nasce “Reality Check” e che tappa del vostro viaggio rappresenta?

U: Abbiamo passato molto tempo investigando le nostre menti, in modo rituale ci siamo recati nella campagna di ogni paese che abbiamo visitato e abbiamo preso degli acidi. Abbiamo fatto dei trip fantastici…Dopo di che alcune persone ci hanno detto che avremmo avuto bisogno di un “Reality Check” e abbiamo deciso di dargli un’occhiata.

T: In questo momento stiamo cercando di catturare la magia dei momenti quotidiani. Ultimamente ho iniziato a capire che non è tanto importante il soggetto che dipingo, quanto lo è il modo in cui lo guardo, e come trasmetto questa visione allo spettatore. Non abbiamo abbandonato la dimensione psichedelica, stiamo solo facendo un piccolo viaggio nella realtà.

U: Deso invece lo trovate ancora lì.

C: Ma poi, alla fine, è più folle il mondo reale o quello allucinogeno?

U: Mmm…buona domanda…credo che alla fine siano lo stesso luogo, no?

Reality Check Broken FIngaz solo show. Art exhibition.