Esibizione dal 19.06.19 al 20.08.19

In occasione della stagione culturale Liberté! 2019, Il Bordeaux City Council ha invitato Gonzalo Borondo ad intervenire liberamente in uno spazio a sua scelta. La scelta dell’artista è ricaduta su Le Temple des Chartrons, un’antica chiesa protestante, rimasta chiusa al pubblico per trent’anni. “Le Temple” ha riaperto le sue porte per MERCI, un progetto site-specific di grande scala che ha coinvolto sia l’interno che l’esterno dell’edificio. Pittura, proiezioni, suoni e diversi media interagiscono con l’ambiente, regalando un’esperienza coinvolgente e invitando alla riflessione sulla complessità della nostra relazione con la natura.
Utilizzato negli anni come magazzino, “Le Temple” sta guadagnando oggi un nuovo posto nel ritmo della città, grazie all’intervento di Borondo, recentemente acquistato dal CAPC come parte della sua collezione. Questo imponente e decadente tempio è la sfida che Borondo ha abbracciato in quattro mesi di residenza, con l’intento di dare voce alle energie intrappolate nei suoi muri.

Merci exhibition by Gonzalo Borondo

Borondo porta avanti il suo lavoro confrontandosi con una costante ricerca sul territorio. I suoi differenti rapporti nutrono e stimolano l’esperienza che sta l’artista sta generando per lo spettatore. Si propone di creare un dialogo con l’architettura solida grazie a una serie di interventi minimi a livello urbano, integrando elementi discordanti tra loro. Come fosse un estraneo, Borondo prova sempre a trovare una connessione con l’ambiente che lo circonda, producendo un movimento centrifugo che stimola la riflessione dello spettatore.

Merci exhibition by Gonzalo Borondo

La parola “merci” veniva originariamente usata nel decimo secolo per chiedere pietà, grazia, perdono, implicando così un dialogo sbilanciato. E’ anche una delle prime parole che si imparano della lingua francese. Può anche succedere che, camminando lungo la navata di una chiesa, si trovino ringraziamenti incisi sulle sue pareti, l’evocativo e concreto significato dell’ex-voto, un’offerta in cambio della grazia. Ne “Le Temple”, MERCI si trasforma in un dialogo tra il sacro e il profano, il pensiero verticale e quello orizzontale, l’essere umano e la natura. Più che un tributo, un’ ambivalente relazione di sfida fatta di paura e attrazione.
Esiste una presenza che Borondo ha percepito immediatamente entrando dentro al tempio. Il tempo sospeso. Ogni rumore racconta storie passate che contribuiscono a percepire la sacralità di questo luogo, la stessa sacralità che viene percepita nella foresta, sul cammino verso il nido del ragno. E’ rimasto colpito della monumentali che cade in rovina, dove vegetazione e architettura si sovrastano a vicenda in una trasformazione reciproca. La natura come tempio e un tempio dedicato alla natura, questo è il punto di partenza. E alla fine, il legno impiegato nell’istallazione tornerà nella foresta come un’installazione vivente.

Seguendo questa idea di trasformazione ciclica, l’artista riutilizza il materiale trovato sul luogo, che diventa un’espansione dell’idea: la foresta, il luogo riciclato, le strade. Tutto questo è parte della sua pratica artistica. Una sfida continua con i limiti imposti dal contesto, fino a che tutto si trova al suo posto, in forma di dialogo.
Come dice l’artista “le colonne si connettono con gli alberi, la presenza di una pianta vitale si oppone a quella di una morta o alla sua assenza, la notte e il giorno, l’interno e l’esterno, in un dialogo con le pareti affrescate. L’apertura mentale, creata dalle prospettive, sarà limitata dai confini fisici.”

Merci exhibition by Gonzalo Borondo